L'ORSO E IL PESCE (di Sabrina Ginocchio) - Sabrina Ginocchio

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Un vecchio orso esce dalla tana: il letargo è terminato.
“La primavera è già inoltrata, ho dormito più del dovuto.”, così pensando l’orso si dirige verso il fiume.
Giunto alla riva individua il punto migliore, si mette fermo immobile su un grosso sasso e con pazienza attende la sua preda.
«Ti prego sii gentile, non mi mangiare. Ho appena iniziato a visitare il mondo. Inoltre sono così piccolo che non ti sazierei. Sono pieno di spine e, se una di queste ti rimanesse incastrata in gola, ti darebbe molto fastidio. Se mi lasci andare, invece, ti indicherò un luogo pieno zeppo di frutti e lì si che potrai saziarti a volontà per giorni interi!».
«Sei alquanto bruttino, solo testa e pinne. Ti rimetto in acqua, ma bada bene, devi mantenere la promessa altrimenti ti riacchiappo e non avrò pietà! E, soprattutto, non dire a nessuno che ti ho liberato!», così dicendo l’orso libera la creatura.
Il piccolo pesce sguazzando nell’acqua mantiene la promessa: «Segui la riva, finché non giungerai alla grande quercia, lì attraversa il fiume e ti ritroverai davanti ad un frutteto con mele, pere, nespole, susine, albicocche. Buon appetito caro amico!».
Il vecchio orso grazie alle indicazioni del pesciolino trova la sua riserva di cibo, non dovrà spaccarsi la schiena per pescare e in attesa del prossimo letargo trascorrerà un periodo da pacchia.
Vede arrivare un piccolo pesce che, ignaro del pericolo si ferma ad osservare un sassolino colorato. L’orso balza sulla piccola creatura. Si rialza, sente un dolore acuto alla schiena, apre le sue zampe e, dolente, dice: «Ahimè la vecchiaia si fa sentire! Però ecco il primo pesce della stagione! Non sei certo un grande pasto, ma mi devo accontentare. Inizio a sentire gli anni!».
Un gesto gentile porta sempre qualcosa di buono


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