L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Vai ai contenuti

L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Sabrina Ginocchio
Pubblicato da il BLOG di Sabrina Ginocchio in B... come BUONA lettura · 26 Giugno 2023
Caviardage di L'Acqua del lago non è mai dolce

 La distanza è scomoda e spaventa, ma non c’è niente di più bello che accorciarla!
Più ti allontani più gli oggetti diventano piccoli davanti agli occhi, ma il cuore non vede la distanza.

 
Cosa ci svela la copertina:
Nella stanza c’è una ragazza triste seduta su un letto. Il pavimento non si vede perché è coperto dall’acqua. In quest’immagine cupa i pesci hanno la capacità di emanare tranquillità, nuotano lenti non sono disorientati, non sono spaventati.  

Trama:
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d'acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune; eppure, vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subito Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c'è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un'esistenza priva di orizzonti.
 
Le mie considerazioni
"Per crescere bisogna faticare, non si è fanciulli a lungo, non verrai difeso, accudito, abbeverato, ripulito, salvato per sempre, arriva il momento in cui tocca a te stare al mondo, e questo è il mio.”
Vi ho riportato questa frase per mostrarvi lo stile di scrittura dell’autrice. Spesso troverete elenchi di azioni come se srotolasse una pellicola.
La protagonista vive in condizioni diverse rispetto ai suoi compagni a causa della povertà. La mamma, una donna forte che non si scoraggia e pensa al mantenimento dei quattro figli e del marito. I mobili sono creati con i cartoni dei supermercati.
La prima inadeguatezza Gaia la subisce propri dalla mamma quando le taglia i capelli. Quel taglio mette in mostra le sue orecchie che i compagni giudicano goffe, gigantesche e sono inevitabili le prime prese in giro. Fu così che iniziò la sua battaglia di sopravvivenza.
Ma, non lasciatevi ingannare la nostra protagonista non è una ragazza che subisce. Lei scalpita come un cavallo e alla violenza risponde con la violenza.
“Io sono stata un cigno, mi hanno portato fuori, mi sono voluta accomodare a forza, e poi ho molestato, scalciato e fatto bagarre anche contro chi s’avvicinava con il suo tozzo di pane duro, la sua elemosina d’amore.”
Più volte durante il racconto ci imbatteremo nella furia cattiva di Gaia ed è proprio qui che salta fuori la maestria dell’autrice perché ha strutturato la trama in modo tale che alla fine la perdoneremo.
Giulia Caminito ha dato vita a un romanzo ancorato nella realtà di una famiglia e la sua scrittura spigolosa ci mostra l’inquietudine della vita. Il lago è una sorta di specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso vediamo la giovinezza.
… noi non abbiamo la televisione ma solo una radio, l’unico passatempo è la lettura ....
Noi non abbiamo i cellulari, non abbiamo la televisione, non abbiamo un computer, noi senza mezzi.
… non so a chi confessare che ci manca la televisione e che viviamo solo di radiodrammi, romanzi a puntate sulle riviste e libri….
Queste frasi e tante altre nel troverete tra le pagine come se l’autrice, Giulia Caminito, volesse farci ragionare: quante volte abbiamo dato per scontato il televisore o altri oggetti? Prima di gettare per acquistare quello di nuova generazione soffermiamoci e doniamo a chi non può permetterselo.
Prima di iniziare a leggere questo libro vi consiglio di accantonare il cuore. Il finale devo ammetterlo personalmente mi ha un pochino deluso, nel senso che, mi ha lasciato alcune parentesi aperte. Questo è un mio parere, ma forse l’autrice voleva proprio questo effetto.  
Il papà è il mio personaggio preferito perché nonostante la sua condizione che lo obbliga a stare su una sedia a rotelle ci insegna a adeguarci alla vita e non lasciarci prendere dalla rabbia.
Sono curiosa di sapere le vostre impressioni su questo libro.
 
 
B come Buona Lettura!



   


Torna ai contenuti